Racconti brevi dell’isola: X – Lo scriba
Sentì le mani iniziare a sudargli. Le prime gocce di sudore luccicavano sulla fronte.
Sicuramente le prime macchie non avrebbero tardato ad apparire nuovamente sulla pergamena e tutto quello che vi aveva scritto sopra si sarebbe sbiadito. Il Maestro Illumar lo avrebbe rimproverato. Come sempre.
“Perché succede sempre a me?”, si chiese Jervis. Con la coda dell’occhio vide gli altri adepti, che seduti dietro i banchi scrivevano diligentemente gli incantesimi che dovevano imparare come se fosse la cosa più semplice del mondo.
Jervis, d’altra parte, era già felice quando riusciva a ricordare gli ingredienti giusti per la Levitazione, per trasformarsi in un nautilus o per l’incantesimo della luce. A cosa serviva la zanna di cinghiale? E cosa se ne faceva delle ali di una falena delle tombe?
Jervis sospirò. La magia dei cristalli era molto più semplice di questa maledetta magia runica. Per un incantesimo bastava un cristallo che faceva tutto il lavoro. E bastava fare esercizio per migliorare. Ma tutte queste rune… Servivano ingredienti specifici per creare una pergamena. Per non parlare della runa.
Jervis cercò di ricordare cosa gli aveva detto il giorno prima il Maestro Illumar e iniziò a scrivere prima che la pergamena fosse completamente fradicia.
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