Calendario CSP: 14 dicembre 2024
Un’altro entusiasmante racconto, la storia di Myrtana nella sua regione nel Nordmar si arricchisce di nuove storie e avventure che quotidianamente vengono affrontate e rendono il tutto più interessante!
“Tracce nella neve”
Ruth guardò il cielo. La nevicata si era intensificata e presto si potevano distinguere solo vaghi contorni delle aspre vette del Nordmar. Un vento freddo ululava attraverso i canyon, facendo scricchiolare gli abeti sotto forti raffiche. Una ciocca dei suoi capelli ramati le colpì il viso, oscurandole ulteriormente la vista. Strizzando gli occhi, scrutò il mondo bianco-grigio, sperando di vedere il percorso che avevano preso. Ma i suoi occhi, pur giovani e acuti la delusero e, come se non bastasse, la notte si stava avvicinando. Non avevano più le torce, quindi non riusciva più a distinguere le deboli impronte sulla neve, che aveva scambiato per tracce umane. Tracce che seguivano da mezza giornata, sperando che riconducessero alla civiltà. Ruth tremò, ma non tanto per il freddo quanto per la paura di perdersi di nuovo. Attraversare il Nordmar senza una guida locale era già abbastanza rischioso, ma con Egan al suo fianco sembrava un viaggio di sola andata.
Respirò profondamente l’aria gelida, poi espirò con un sospiro silenzioso e fissò la foschia.
“Ora mi sento proprio come te, nonno. Ma non posso lasciarti vedere quanto ho paura. Hai bisogno di me. Hai solo me. E io… ho solo te.”
Questi erano i pensieri che Ruth non poteva ignorare. Tenne Egan più vicino e cercò di mantenere la voce calma:
“Dai, continua a tenermi stretto. Ci siamo quasi. Ancora qualche passo.”
Se stesse rassicurando se stessa o Egan, solo gli dei lo avrebbero saputo.
Il vecchio, curvo, si appoggiava al bastone con una mano e con l’altra si aggrappava a Ruth, riuscendo a trovare un ritmo costante. Lentamente, ma costantemente, continuavano a progredire. Alzò lo sguardo con un’espressione tesa e disse:
“Ruth, mia cara. Quell’ululato. Sta diventando più forte.”
“È solo il vento, nonno. Una tempesta sta arrivando sulle montagne. Facciamo in fretta.”
Ma Egan si fermò:
“No, intendo l’ululato nella tempesta, cara Ruth. Sai cosa significa. Insisto che tu usi le tue gambe giovani e veloci e corra, se è necessario. Mi hai dato la tua parola.”
“Non si arriverà a questo”, rispose Ruth, trascinando Egan con sé. La loro visuale era ormai limitata ad appena venti passi. Quasi ciechi, avanzavano faticosamente nella neve, superando arbusti carichi di neve e abeti ispidi. Ruth si grattò la faccia su un ramo, gemendo mentre si stringeva la guancia arrossata dal freddo. Guardò ancora una volta nella foschia. L’ululato era davvero più forte ora, quindi lottò per trascinare con sé il vecchio a un ritmo più veloce.