Risen 2: Dark Waters – Anteprima di GamesVillage.it


Come vi avevamo anticipato nella precedente notizia, eccovi un’altra anteprima italiana. Stavolta si tratta di un articolo scritto da AliasGV per il sito GamesVillage.it.
Alla “prossima puntata” con un articolo davvero enorme!


A volte si fa davvero fatica ad abbandonare la vecchia strada per quella nuova, soprattutto quando si conosce palo a palmo ogni centimetro quadrato del selciato che è stato costruito personalmente negli anni, pietra dopo pietra. Piranha Bytes, svoltando verso le acque irrequiete di Risen 2: Dark Waters, sembra avere voglia di dare una svecchiata (forse nemmeno troppo convinta) a quello che è sempre stato il motivo conduttore dei suoi titoli. I tre Gothic e il precedente Risen erano facilmente identificabili come prodotti del talentuoso team tedesco. Il gameplay rigido e fortemente incastonato in una dinamica da sand-box ruolistico si è rivelato come la ragione del successo e, ultimamente, come il motivo dell’inesorabile declino della formula proposta. Da quello che abbiamo potuto vedere a Los Angeles, gli sviluppatori stanno tentando una svolta che porti una ventata di aria fresca in una stanza un po’ viziata, ma senza tradire gli stilemi del proprio modo di intendere il gioco di ruolo. È una pratica dall’equilibrio instabile: come accontentare i fan di vecchia data e, al contempo, affrancarsi da una situazione di stallo per ammaliare le nuove generazioni di videogiocatori?

La risposta risiede nella nuova ambientazione piratesca, che un po’ strizza l’occhio a Monkey Island e un altro po’ (soprattutto) al successo della serie cinematografica I Pirati dei Caraibi. A dirla tutta, il tema piratesco non è certo nuovo nei lavori di Piranha Bytes, tanto più che la co-protagonista di Risen 2: Dark Waters è proprio quella Patty, figlia di pirati, che il nostro eroe ha incontrato alla fine del primo Risen. Qui c’è una bella grana da risolvere: antipatiche creature degli abissi impediscono la navigazione nell’arcipelago di cui fa parte l’isola di Caldera (teatro delle prime vicende di gioco), e occorre trovare in fretta una soluzione prima che tutto faccia la fine di un coniglio in un campo minato. Come da tradizione, tutta l’avventura e la crescita del nostro personaggio sarà dettata dalla libera esplorazione e dalla ricerca di opportuni maestri, divisi in fazioni, in grado di insegnarci le abilità più disparate. Gli sviluppatori sembrerebbero aver fatto tesoro di una delle critiche più feroci che la community di giocatori aveva mosso al predecessore, ovvero la clamorosa lentezza con cui ci toccava crescere il nostro alter ego. In Risen, difatti, servivano parecchie ore prima di abbandonare le cenciose vesti del naufrago e ottenere un equipaggiamento dignitoso. Non sarà il caso di Risen 2: Dark Waters, dove fin da subito potremo dotare il nostro personaggio di svariati indumenti e oggetti dalle caratteristiche interessanti, nonché esteticamente vari. L’ambientazione piratesca aiuta non poco a garantire la giusta varietà, grazie anche a un uso dei colori dal più ampio spettro, senza limitarsi alle tonnellate di marrone e di verde che prendevano il sopravvento sul tutto il resto della gamma cromatica nei precedenti titoli di Piranha Bytes.

Ovviamente, un pirata senza un arma da fuoco non è un filibustiere che possa essere guardato con rispetto in giro per i sette mari. Ecco, quindi, che ci troveremo alle prese con moschetti e barili pieni di polvere da sparo, che di fatto sostituiscono in massima parte tutte le armi “ranged” dei predecessori come, ad esempio, archi e frecce. Le novità nel combattimento coinvolgono anche le dinamiche corpo a corpo, visto che sarà possibile effettuare mosse anche sleali per avere la meglio del nemico. Perché, ad esempio, non gettare una manciata di sabbia negli occhi per rendere temporaneamente cieco il nostro l’avversario? Resta da verificare come tutte queste novità si integrino in un gameplay ancora ancorato a vecchie dinamiche, soprattutto per quanto concerne il timing degli interventi offensivi spada in mano. Un’altra piacevole novità riguarda la presenza di una nave personale, utile per muoverci da un’isola all’altra. Diversamente da quello che accadeva in Risen, questo seguito sarà “spalmato” su più isole che potranno essere raggiunte ed esplorate una volta che potremo solcare i mari vele al vento, non prima di avere al nostro seguito una ciurma adatta alla navigazione. Al di là della procace Patty, comunque, tutti coloro che potremo assoldare nella ciurma saranno solo compagni temporali, adatti ad accompagnarci per qualche missione, salvo poi abbandonarci al nostro destino e costringendoci a cercare ulteriore aiuto in qualche sporca locanda in giro per l’arcipelago.

Un ultimo commento deve obbligatoriamente riguardare il motore grafico. Il primo Risen, soprattutto su Xbox 360, non è certo passato alla storia per la sua tenuta tecnica o estetica. Al di là delle animazioni legnose e della reiterata riproposizione di ambienti bene o male tutti uguali, il problema riguardava più generalmente un frame rate eccessivamente ballerino e una qualità delle texture non certo da Oscar. La versione PC che ci è stata mostrata a Los Angeles è sembrata un netto passo avanti rispetto al passato, anche se i problemi di frame rate devono ancora essere risolti in massima parte. Tenete comunque presente che si trattava di una versione pre-alpha e che il gioco è previsto in uscita nella prima parte del 2012, e quindi di tempo per metterci sopra le mani ce n’è ancora parecchio. Nella sua incarnazione per Personal Computer Risen 2: Dark Waters si avvarrà delle vecchie ma ormai consolidate librerie DirectX 9, ancora oggi in grado di proporre buone cose, se sfruttate a dovere. Nulla ancora è dato sapere delle versioni Xbox 360 e PlayStation 3, ma è lecita la speranza di un risultato più che decoroso rispetto a quanto accaduto a inizio 2010 sulla piattaforma di casa Microsoft, vero Piranha Bytes?

COMMENTO DELLA REDAZIONE
C’è del nuovo, e anche del vecchio in questo seguito di Risen. Come le due anime saranno bilanciate non è ancora chiaro, il che ci fa restare moderatamente cauti nel giudizio, almeno fino a quando non avremo la possibilità di mettere le mani su qualcosa di giocabile per un certo numero di ore. La linea di confine che separa il vento del rinnovamento dalla “peciottata” è molto sottile, ma confidiamo nell’esperienza di Piranha Bytes e nella loro capacità di proporci mondi virtuali tutto sommato sempre gradevoli da esplorare.


PRO CONTRO
Progressione del personaggio più morbida e completa rispetto a Risen Motore grafico ancora da sistemare
Tema piratesco ben sviluppato Alcune novità potrebbero non piacere ai fan della serie
Un sacco di possibilità nei combattimenti Alcune vecchie dinamiche potrebbero non piacere a chi non è abituato allo stile Piranha Bytes

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