Come nello scorso calendario, anche quest’anno il team del CSP ci propone dei discorsi, ma questa volta riguardano i maghi seguaci di Beliar, dal loro punto di vista e da quello dei maghi avversari.
Non ti spaventare, straniero. Lo so, il mio aspetto è sufficiente a spaventare i molti. Chi potrebbe biasimarli? Solo il primo vero servitore di Beliar che vedono dal vivo. Cosa ne sa il popolo dei sacerdoti del dio oscuro? Per secoli ci siamo nascosti da tutti e tutto, tramandando le nostre tradizioni segretamente, perché la Chiesa di Innos e le autorità del regno, con tutti i loro frivoli Maghi del Fuoco e fanatici Paladini, non ci permettevano di uscire allo scoperto. I loro devoti seguaci sono stati rimpinzati di bugie e menzogne superstiziose su Beliar. Perché altrimenti qualcuno potrebbe seriamente ritenere che gli orchi siano servitori di Beliar? Che si preparino alla fine del nostro mondo nel nome del mio dio? Non prendertela con me se sciocchezze simili mi fanno sorridere. Chi o cosa gli orchi venerino esattamente, è una domanda da porre ai loro sciamani, ma sicuramente non si tratta di Beliar. E vogliamo parlare degli Hashishin nel Varant? Oh, adesso vuoi veramente farmi venire il mal di testa. A dire il vero, sto proprio viaggiando verso sud. A quanto ne so, gli Hashishin venerano l’oro e i loro signori, molto più di quanto non credano nel Signore della morte. Di certo troveranno mille e un motivo per giustificare il loro comportamento dinanzi a Beliar. Ma sono sicuro che anche tu riconosca quanto questo sia solo vana illusione.
Però ammetto che i Maghi Neri del deserto se la passano molto meglio di noi: anche se sottomessi a Zuben, sono molto influenti. I loro destini si mescolano a quelli degli Hashishin, possono esercitare le loro antiche arti ed il loro sapere in maniera molto più facile di quanto ci sia possibile nei nostri nascondigli. Ma questo è quanto di buono posso dire sul loro conto: chi si abbassa a strisciare con le serpi nella sabbia si umilia, anche se ottiene dei vantaggi. Perché allora mi dirigo nel Varant? Perché un santuario del mio dio si trova lì, abitato da Maghi Neri e Hashishin. Il mio è un pellegrinaggio, che sfrutterò per scoprire il destino e la storia del mio ordine.
~ Luzius, mago delle terre centrali sulla strada verso sud
Che tempi bui! Gli orchi profanano i nostri templi. I loro soldati senza dio minacciano i fedeli nelle miniere. Gli Hashishin percorrono i sentieri senza preoccupazione, pensando ai soldi che guadagneranno vendendo i cittadini come schiavi. Ma come ultimo e maggiore di questi mali, anche i Maghi Neri stanno strisciando fuori dai loro nascondigli. Incredibile, c’è un tizio che la sera visita la locanda, in pieno abbigliamento da negromante, come se fosse normale! Ma che dico, probabilmente è normale oggigiorno. Prima avremmo fatto subito i conti con la feccia come lui. So che al sud le cose sono diverse, ma almeno qui, nel centro del regno, si era al sicuro da quelli come lui. Certo, nel mio ordine dei Maghi spuntavano un paio di rinnegati ogni tanto: studiosi, così accecati dalla ricerca di conoscenza, da allontanarsi dalla retta via, come Xardas! Ma chi veniva colto ad intrattenersi con i poteri di Beliar veniva gettato in prigione senza tante domande. Stessa cosa per tutti gli alchimisti senza vergogna e le streghe, sia che si nascondessero nelle città o nelle grotte fuori nella selva. Il braccio dell’Inquisizione arrivava lontano.
Ed ora? Tutto sparito! Forse le cose sarebbero diverse se avessimo agito con più misericordia. Adesso siamo costretti ad abituarci alla vista di queste serpi. Sia qui che nel Varant. Non lasciarti ingannare da questi Maghi Neri, fidati dei tuoi istinti e rifletti su quali possano essere i loro reali motivi. Cosa vuole ottenere una persona che evoca incontrollabili demoni? Puoi ragionare razionalmente con qualcuno che non crede che i non-morti siano ripugnanti e contro natura? Un fedele seguace del dio della morte e del caos potrà mai essere una persona rispettabile? C’è solo una risposta a queste domande.
~ Marius, Mago del Fuoco di Geldern
Traduzione italiana a cura di Lorenz ‘Lck’ Klopfenstein.
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