La penultima casella del CSP ci propone nuovamente dei discorsi, che stavolta riguardano gli Orchi e sono di due personaggi che risiedono a Montera: il primo è un Mercenario, che dunque lavora al servizio degli Orchi, l’altro è uno schiavo.
C’è una verità di cui dovete venire a conoscenza. È l’unica verità significativa. È tanto semplice quanto amara, e dovete scoprirla ora: non possiamo tornare indietro!
Non possiamo tornare al regno di Myrtana! Non possiamo tornare al regno dei nobili! Non possiamo tornare al grembo della nostra chiesa! Tutte queste cose sono in rovina. Gli Orchi hanno sconfitto le armate del Re, sterminato tutti i Paladini, raso al suolo il tempio di Innos. Tutto questo è perduto e sarà soltanto un ricordo polveroso tra pochi anni.
Il regno di Myrtana si riteneva potente, mentre affogava i suoi figli con leggi ferree, calpestandoli sotto i lucidi stivali dei nobili. Tutto nel nome della giustizia, per il volere di Innos. Sono serviti gli Orchi a dimostrare quanto debole fosse in realtà il potere del Re, a dimostrare che anche i guerrieri divini possano essere spazzati via da guerrieri ancora più forti.
No, amici miei, non piangete per quel che abbiamo perso. Non ne vale la pena. Anche a me sembrava difficile considerare gli Orchi se non come eterni nemici. Anch’io ho combattuto contro di loro, come molti di voi. Ho versato sangue e sudore, soltanto per perdere. Al contrario di quanto diceva il Re, mentendo, gli Orchi si sono dimostrati misericordiosi. A me e molti altri è stato concesso di unirsi al servizio degli Orchi.
Da allora siamo noti come Mercenari degli Orchi.
Una parola che molti di voi pronunciano dietro al palmo della mano, come se fosse un insulto. Invece è una parola grandiosa. Descrive esattamente cosa facciamo. Siamo uomini al soldo degli Orchi, solo questo. Gli Orchi ci pagano, semplici uomini, per avere il nostro aiuto nel preservare la pace per TUTTI. Grazie alla loro fiducia nei nostri confronti ci è stato affidato questo importante compito. Siamo soldati degli Orchi. Finalmente non è più necessario nascondersi dietro altisonanti titoli nobiliari, stemmi di famiglia e ricchi vestiti.
Siamo uomini semplici, del popolo! Popolo come voi! Per entrare a far parte del nostro gruppo, basta dimostrare di esserne degni. Non serve né sangue blu né patrimonio. Svolgete il vostro lavoro, sul campo, alla forgia, o con l’ascia. Chiunque svolga il proprio lavoro con onestà troverà fortuna sotto il controllo degli Orchi. È una promessa! So che state pensando agli schiavi. Non sono un segreto e sono in ogni città. Non preoccupatevi, perché se non vi manca il sale in zucca non farete MAI la loro fine. Chi si trova nella loro condizione? Sono criminali! Banditi, che mettevano in pericolo l’esistenza degli onesti. Non volevano accettare la nuova realtà, continuavano ad opporsi alla giusta pace nel nome di un Re ingiusto e della sua guerra odiosa.
TUTTI VOI LO SAPETE, sapete quanto sia inutile la battaglia dei ribelli, che altro non sono che comuni ladri. LO SAPETE TUTTI, quanto sia sbagliato tutto ciò che vi opprimeva prima.
E ciononostante, anche loro possono ambire alla misericordia degli Orchi. Lavorando come schiavi possono scontare i loro debiti ed i loro crimini. Possono dimostrare il loro valore nell’arena, per diventare anch’essi un giorno Mercenari. Sarò felice di essere al fianco di chiunque lo faccia! Non possiamo tornare indietro! Gli Orchi ci hanno liberati dalle antiche catene e, assieme a loro, ci attende uno glorioso futuro comune!
~ Marik, capo dei Mercenari degli Orchi a Montera
Avvicinati. Siediti. Prendi qualcosa da mangiare, ma non parlare ad alta voce. Non devono prenderci, altrimenti sono guai. Nel caso peggiore penseranno che stiamo escogitando qualcosa, che lavoriamo per i ribelli. Già solo il sospetto può essere pericoloso. Abbiamo sentito cosa sta succedendo a Geldern. So che molte sono solo delle voci, ma le porte della città sono chiuse, questo l’ho visto con i miei stessi occhi. Giù la testa!
…
OK, c’è mancato poco. È libero. Si trattava solo di un cittadino, ma non si sa mai. Probabilmente ci avrebbe traditi per farsi bello agli occhi degli orchi. Maledetti voltagabbana… Certo, gli orchi non amano le spie, ma non vuol dire che non le ascoltino.
Ed i soldati sono ancora peggio. Le studiano tutte: turni in più nelle miniere, razioni ridotte, e così via. Alla fine si può essere solo allegri se non si finisce direttamente a Silden. I soldati orchi, sì, sì, tutti grandi guerrieri. Hanno tutti dimostrato il loro valore, così dicono. Sai come ci chiamano gli orchi? Morra! Schiavo! Proprio come noi. Non credere alle stronzate che raccontano dell’onore nell’arena. Potresti sopravvivere ad un paio di turni, magari anche diventare libero. E poi? Una manciata di orchi forse ti tratterà un po’ meglio. Ma nel prossimo villaggio, dove nessuno ti conosce, saresti nuovamente il Morra!
Questo ovviamente se ci arrivi al prossimo villaggio e se non incroci prima la strada di un Hashishin. È così che io son finito qui. Ero un carrettiere. Avrei potuto fare una vita dignitosa, chiudere gli occhi davanti alla schiavitù. Dimenticare chi ha bruciato i campi, le case, ammazzato amici e parenti. Ma no, sono finito nelle mani degli schiavisti, che mi hanno venduto qui. Troverai meno criminali e disertori tra gli schiavi che tra coloro che oggi collaborano volontariamente con gli orchi. Naturalmente va tutto bene perché finalmente nessuno indossa la corona. Può darsi. Finché non sei proprietà di qualcuno o rischi di diventarlo, alla fine va bene così. È andata così, Morra. Bello il nuovo ordine.
~ Rufus, schiavo a Montera
Traduzione italiana a cura di Lorenz ‘Lck’ Klopfenstein.
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