Tra dubbi e speranze arriva finalmente il nuovo gioco di ruolo di Piranha Bytes: siete pronti per diventare gli eroi di Faranga?
Risen – Chi ha paura del bug cattivo?
Gli appassionati di giochi di ruolo all’occidentale sicuramente conosceranno bene il nome di Piranha Bytes, team di sviluppo di Risen un tempo al lavoro sulla serie Gothic, sicuramente una delle più apprezzate dell’industria videoludica all’interno del sottogenere, ma altrettanto controversa a causa di una serie sempre più impressionante di bug che ne hanno afflitto i vari capitoli, scatenando a più riprese le ire dei giocatori al punto da spingere gli sviluppatori a impegnarsi solennemente promettendo che tutto ciò non si sarebbe mai più ripetuto in futuro.
Anche in quest’ottica probabilmente è maturata per i nostri Piranha Bytes la separazione dal marchio Gothic, passato ad altri lidi mentre lo staff si dichiarava pronto a dedicarsi a una nuova avventura, non a caso forse chiamata Risen, quasi a voler segnare una resurrezione e un allontanamento dalle polemiche e dagli spiacevoli episodi vissuti in passato.
Sorgere da zero
Per segnare il cambiamento rispetto ai tempi andati, Piranha Bytes ha deciso di fare le cose in grande, riscrivendo completamente il motore di gioco di Risen e ottenendo un risultato che possiamo senza ombra di dubbio definire soddisfacente, visto che i bug da trapianto del fegato visti in passato sembrano essere solo un ricordo e l’esperienza di gioco finalmente va a collocarsi ai livelli che una produzione del genere merita. Fatta la dovuta premessa su ciò che probabilmente in molti temevano, passiamo a vedere di cosa effettivamente si parla in questo titolo, partendo come tradizione vuole dalla trama: ci ritroviamo sulla spiaggia di una misteriosa isola, scampati per miracolo a un naufragio della nave dove nei panni del protagonista viaggiavamo come clandestini.
Dopo una breve fase iniziale nella quale viene spiegata al giocatore giusto la componente minima dei controlli per iniziare a muoversi con le proprie gambe, ci ritroviamo immersi nelle vicende dell’isola di Falanga, divisa tra le tre fazioni che la abitano, ognuna delle quali alle prese in un modo o nell’altro con delle misteriose rovine di templi apparsi dal nulla, dalle quali spuntano strane creature che mettono a serio pericolo la sopravvivenza delle persone: in questo scenario potremo scegliere di unirci ai fuorilegge della palude guidati dal Don, all’Ordine dei combattenti già presente sull’isola oppure all’Inquisizione, arrivata proprio per indagare su quanto sta accadendo. Non manca la possibilità di decidere almeno inizialmente di pensare a noi stessi, lavorando esclusivamente per il nostro tornaconto e aiutando un po’ tutti per accumulare esperienza e denaro, per poi arrivare a un certo punto a dover necessariamente prendere una decisione schierandosi con qualcuno per andare avanti con la storia.
L’isola che non c’è
Il territorio che ci troveremo a esplorare era stato più volte presentato dagli sviluppatori attraverso degli appositi video nei mesi passati, dai quali avevamo avuto modo di apprezzare la qualità dell’ambientazione studiata che rende la nostra avventura sull’isola un vero e proprio viaggio tra situazioni di tutti i tipi e creature di tutte le specie, mosse da un motore che fa della fluidità la propria arma principale. A conti fatti dunque chi aveva paura di aver poche possibilità di esplorazione a causa del territorio confinato è stato abbondantemente smentito, senza contare la possibilità eventuale di rigiocare la storia unendosi a una fazione piuttosto che a un’altra, rendendo così le ore di gioco necessarie a completare interamente Risen decisamente elevate: al giocatore poi decidere se sviscerare tutto nei minimi dettagli o dedicarsi solo al filone principale della storia, comunque in grado di regalare una quantità d’impegno in grado di giustificarne pienamente l’acquisto.
Il rapporto del protagonista con gli abitanti dell’isola in realtà non coinvolge solo la scelta della fazione con cui schierarsi, ma anche il sistema di rapporti interpersonali implementato dagli sviluppatori, studiato per dare una libertà praticamente completa al giocatore nei confronti degli isolani delle varie zone. In città per esempio è possibile in qualsiasi momento tirare fuori la spada e attaccare anche i civili più inermi, rischiando ovviamente che accorrano le guardie in loro difesa o che questi lo facciano da soli; stesso discorso per la possibilità di andare a rubare nelle case. Le scelte che vengono effettuate in questo senso vanno a ripercuotersi anche sui rapporti che abbiamo con i vari personaggi: in caso di diverbio per esempio nel resto della storia gli NPC reagiranno in modo diverso ai nostri tentativi di scambiare quattro chiacchiere, a volte rifiutandosi completamente di parlarci rendendo necessario l’utilizzo dell’incantesimo Barzelletta, con il quale i nostri nemici diventeranno nuovamente amici in men che non si dica.
Piccoli eroi crescono
Dal momento in cui ci ritroviamo sdraiati sulla spiaggia senza un’arma fino alla fine del gioco, nei panni del protagonista dovremo ovviamente affrontare una crescita legata al tipo di abilità da imparare e alla strada da intraprendere in termini di classe, legata anche alla scelta di fazione che effettueremo. Se per esempio decidiamo di unirci all’Inquisizione saremo iniziati alle meravigliose arti della magia, padroneggiando una serie di incantesimi tra i quali anche la levitazione, da usare in alcuni casi come modo per completare missioni e risolvere enigmi, presenti all’interno delle meccaniche di gioco di Risen in maniera superiore a quanto ci si aspetti da un normale gioco di ruolo.
Non disperi comunque chi sceglie di impugnare la spada perché le magie sono disponibili anche sottoforma di pergamene, anche se ovviamente non è possibile eguagliarne la potenza. La possibilità di imparare nuove cose per far crescere il personaggio è offerta dai maestri che incontriamo durante il nostro percorso, ognuno dei quali in grado di allenarci su caratteristiche personali come ad esempio la forza, insegnarci il combattimento per affinare le nostre tecniche e infine imparare alcuni mestieri come l’alchimista e il fabbro: nulla che chi è avvezzo al genere non conosca già insomma. È inoltre possibile farsi insegnare abilità un po’ più illegali come lo scassinamento e il borseggiamento. Che ci si arrivi volontariamente o con un maldestro atto di furto, le fasi di lotta non sono semplici nemmeno al livello più facile e richiedono impegno e pianificazione per non lasciare il proprio fianco scoperto all’avversario di turno, alternando a dovere le varie fasi senza premere forsennatamente il pulsante sinistro del mouse: il gioco non è un hack n’slash, insomma, e si vede.
Bug? No, grazie!
Dal punto di vista tecnico Risen si presenta come un vero e proprio gioiello, come del resto si era capito anche all’inizio di questa recensione. Piranha Bytes riesce in pieno a farsi perdonare gli errori del passato offrendo un motore grafico al passo coi tempi, potente ma scalabile allo stesso tempo (visti anche i bassi requisiti di sistema), in grado di donare al giocatore un colpo d’occhio nei differenti scenari dell’isola che contribuisce notevolmente a invogliarlo a girarla in lungo e in largo, con tanto di effetti di luce di serie A e un’acqua che fa venire voglia di tuffarcisi, il tutto meravigliosamente senza un caricamento.
A testimonianza di quanto appena scritto anche un’ulteriore prova intensiva svolta su di un notebook con oltre tre anni di vita alle spalle, dotato di Core Duo T2050, 1 GB di RAM e Mobility Radeon X1600. Il sonoro vede un doppiaggio piuttosto nella norma e una colonna sonora che fa il suo dovere senza però esaltare particolarmente, mentre sono comunque presenti i sottotitoli in italiano, a volte un po’ illegibili vista la scelta di metterli in giallo sbiadito su sfondo nero. Il sistema dei controlli è abbastanza solido e non dimostra deficit anche nelle fasi di combattimento più difficili: gli unici che abbiamo riscontrato sono costituiti dalla gestione dei movimenti del personaggio con inventario e mappa aperti, per i quali si sarebbe potuto studiare qualcosina di meglio visto che anche girarsi a destra e sinistra diventa un pochino difficile.