Piranha Legacy Italia


L’aggiornamento e l’addio defintivo a Piranha Bytes!


E’ passato circa un anno da quando abbiamo pubblicato la prima notizia relativa alla chiusura degli studi dei Piranha Bytes, susseguita poco tempo dopo dall’ufficialità con quest’altra notizia.

Da allora non abbiamo saputo più niente al riguardo e forse abbiamo un pò tutti sperato che “qualcuno” avrebbe acquisito lo studio in qualche modo. Purtroppo è notizia di ieri che Piranha Bytes è scomparso dall’elenco degli studi interni sul sito di THQ Nordic e il sito web di Piranha Bytes è stato aggiornato: tutte le scritte (contatti, e-mail e designazione di Michael Ruewe come CEO) sono scomparse dal sito e d’ora in poi c’è solo un logo, senza alcuna informazione.
Secondo LinkedIn, Michael Ruewe ha lasciato Piranha Bytes nel novembre 2024 e ora lavora come capo del dipartimento di controllo interno presso THQ Nordic.

In pratica, è tutto: Piranha Bytes ha chiuso ufficialmente i battenti.

Calendario CSP: 24 dicembre 2024

Ultima casella e ultimo entusiasmante video… Sono poche le cose del mondo di Gothic ad essere tanto leggendarie quanto El Bastardo.
Andiamo alla ricerca dei frammenti di questa incredibile spada.

Tanti auguri di Buon Natale da parte dei Piranha Legacy Italia e del Community Story Team!


Oggi il mio cagnolino Ciko avrebbe compiuto 8 anni e voglio dedicare a lui assieme al team, questo calendario come segno della mia infinita riconoscenza e del mio amore eterno! ✨ n.d. Sakkio

Crediti Calendario dell’Avvento 2024:

  • Dr.Gothic
  • HerrFenrisWolf
  • MadFaTal
  • Robespier
  • Salmarnir
  • Seeev
  • TrueCore

Un ringraziamento speciale a Piranha Legacy Italia e Gothic Up per aver tradotto il Calendario dell’Avvento per le community italiana e polacca.

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GameStar Talk: video intervista esclusiva al produttore di Gothic Remake!

Gothic Remake Logo

Il remake di Gothic sarà un enorme balzo in avanti e non solo in termini di grafica, anche l’open world sta crescendo in modo massiccio. Il produttore di Gothic Remake, Reinhard, ci mostra durante questo video intervista le comparazioni di luoghi, personaggi e combat-system tra l’originale Gothic del 2001 e il Remake e ci spiega come voglia conservare il fascino dell’originale.
Il filmato ha la durata di circa un ora e per sottotitolarlo ci avremmo impiegato troppo tempo, quindi abbiamo deciso di esaminarlo fotogramma per fotograma trascrivendo passo dopo passo tutte le informazioni al riguardo. Buona lettura!!!

Di seguito, riportiamo i contenuti della chiacchierata dell’11 dicembre tra Daniel Feith, redattore della rivista tedesca GameStar, Peter Bathge, esperto della serie di Gothic, e Reinhard Pollice, game director di Gothic Remake. Durante l’intervista, vengono esplorati diversi aspetti del nuovo gioco in fase di sviluppo.

Reinhard Pollice conferma di essere un grande fan di Gothic da lungo tempo, avendo avuto il primo assaggio della saga nel 2002. Anche se non aveva mai giocato al primo Gothic, si era imbattuto in Gothic II grazie ad una demo sulla rivista GameStar, che lo aveva completamente catturato, spingendolo poi ad acquistare il gioco non appena fosse stato rilasciato. Pollice non si era mai immaginato di poter un giorno lavorare a Gothic, ma sperava di poter lavorare nell’ambito e aveva partecipato allo sviluppo di Arcania. Il primo argomento toccato è il teaser giocabile del remake di Gothic, riguardo al quale Pollice ci racconta che la demo doveva essere poco più di una semplice “demo tecnologica” per un generico RPG fantasy, dotato di una grafica accattivante. Il primo tentativo di adattare questa demo tecnologica al mondo di Gothic risale a quando il team era composto da sole 5 persone. Il teaser era stato ideato più che altro per chiedere ai giocatori ciò che desideravano: un remake integrale del gioco? Una reinterpretazione dell’originale? Un aggiunta di nuovo materiale? Gli sviluppatori avevano soltanto 2 o 3 mesi per produrre una demo funzionale e dai suggerimenti raccolti è emerso da subito che i giocatori preferivano un vero remake del primo episodio della saga. Il questionario era stato sottomesso a tutti i possessori di Gothic su Steam, per cui era stati raccolti moltissimi commenti. Pollice afferma di esser stato molto soddisfatto della risposta che confermava il suo desiderio di realizzare un remake e rendere giustizia al materiale originale.

Riguardo all’incompletezza del teaser giocabile, Pollice aggiunge che molte componenti della demo erano state aggiunte all’ultimo momento, giusto per avere qualcosa di pronto e funzionante da mostrare al pubblico. Il fatto che molte di queste componenti fossero appena abbozzate, ma comunque presenti, ha comunque aiutato a raccogliere suggerimenti, permettendo al team di capire come “non” fare le cose. Dopo il rilascio del teaser, il team di sviluppo ha premuto il tasto “reset” e ha ricominciato il lavoro da zero, fatta eccezione per alcune parti grafiche. Chiaramente non si trattava di un lavoro immediato: da una parte c’era la necessità di costruire il resto del team, che ora conta oltre 50 persone, oltre a quella di doversi cimentare anche con argomenti come l’intelligenza artificiale e tutti gli altri sottosistemi di Gothic che permettono di garantire una certa autonomia dei personaggi e quindi di simulare una vita indipendente da quella del personaggio giocante.

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Calendario CSP: 22 dicembre 2024

Ultimo video del calendario dedicato alla quarta parte dell’“Accampamento dei Pirati”.


*Silenzio*
…le scelte dell’Eroe durante la sua avventura determineranno in modo dinamico e significativo il destino di questo accampamento e non solo!

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Calendario CSP: 21 dicembre 2024

Con questa casella il CST ci presenta l’ultimo racconto di questo calendario. Ambientato nel Varant precisamente a Bakaresh, dopo una tranquilla serata di chiacchiere e lontani ricordi, il giorno successivo quello che sembravano per l’appunto lontani ricordi di storie passate ritornano e si presentano alle porte della città più importante per gli Assassini!


“Il cimelio di famiglia”


Raschid alzò lo sguardo dalla scrivania. In piedi sulla porta del negozio, sotto la spada del bisnonno, c’era un uomo in un semplice caftano, i capelli leggermente unti sotto il fez per il sudore di una lunga giornata. Mettendo da parte la piuma di saprofago del deserto, si affrettò dietro il bancone. Suo figlio avrebbe dovuto essere lì, a servire i clienti. Ma, per ora, avrebbe dovuto fare a meno di Machmud.

“Saluti, saluti, figlio di viaggi lontani! Cosa posso fare per te?” “Qualcosa per rafforzarmi, padre dell’ospitalità. Sono appena arrivato nella madre di tutte le città. Il viaggio è stato arduo.”

“Ti credo, è già molto tardi.” Fuori, era già calata l’oscurità. La lampada a olio sulla scrivania di Raschid proiettava una luce tremolante nel negozio, facendo apparire i mobili e le figure dei due uomini come ombre grottescamente distorte e danzanti sulle pareti. Non aspettava più clienti e aveva pensato di potersi dedicare all’inventario in pace.
Mentre serviva all’ospite ciò che restava di riso, lenticchie e vitello e gli portava una ciotola di datteri, l’uomo si mise a suo agio.

“Il nostro capo carovana ha fatto una deviazione. Ma dovrebbe essere di buon auspicio per me raggiungere la più sacra delle città sotto il velo rinfrescante di Beliar e non sotto la bruciante maledizione della luce di Innos.” “Vieni dal nord?” Il dialetto tradì il suo ospite.
“Da Braga. Ho fatto un lungo viaggio. E pericoloso. Abbiamo fatto una deviazione per evitare i predoni, non viaggiando direttamente da Ben Sala ma avventurandoci prima nel deserto.”
“Potrebbe non essere stato necessario. Di solito Orbasan prende di mira le carovane commerciali, non i gruppi di pellegrini.”
“No, no, non Orbasan. Ne ho sentito parlare, un pericoloso bandito, lo chiamano il Signore del Deserto a Ben Hasha. Ma il nostro capo carovana ha detto la stessa cosa che hai detto tu.”

Il pellegrino spezzò un pezzo di pane azzimo che Raschid aveva ora posato sul tavolo e lo usò per raccogliere un po’ di riso e lenticchie. Il suo sguardo si posò sulla spada appesa al muro sopra la porta.
“Nomadi. I nomadi stanno causando problemi lungo il percorso.”
Raschid strizzò gli occhi e corrugò la fronte. “I nomadi non oserebbero avvicinarsi così tanto a Bakaresh. Una volta superato il sentiero da Lago a Ben Sala, non hai più nulla da temere da loro. Sono solo alcuni predoni. Emarginati dai loro stessi clan. Spinti dal loro odio per Beliar e i suoi servi. Fuggono nel profondo del deserto non appena gli Assassini di Bakaresh si avvicinano. Perfino gli schiavisti li temono e li evitano.”
Ma il suo ospite scosse la testa. “No, non sono solo alcuni predoni. È un intero clan di nomadi! Decine di guerrieri. I Beni Sinikar, li chiamava il nostro capo carovana. Sono in guerra!”
“Lo ha detto per spaventarti e farti pagare più oro per la deviazione. Sii cauto, figlio dell’ingenuità; a Bakaresh, ci sono molti che predano i pellegrini ignari.”

I nomadi erano stati nuovamente braccati dal ritorno di Zuben e gli Assassini avevano scacciato i loro occupanti Myrtaniani. Negli ultimi anni, erano stati costretti a inoltrarsi sempre più nel profondo del deserto. E tuttavia, non avevano reagito. E come avrebbero potuto? Erano pochi e male armati, i loro maghi dell’acqua non erano mai tornati dal nord. Non avrebbero osato avvicinarsi a Lago, figuriamoci alla potente Bakaresh.

Il pellegrino continuò a fissare la spada mentre mangiava. La curiosità gli sciolse presto la lingua:
“Non ho mai visto un’arma come quella prima, padre delle meraviglie”.
Il petto di Raschid si gonfiò immediatamente e le sue labbra si allargarono in un sorriso. La lama del suo bisnonno era il suo orgoglio e la sua gioia. Tutti a Bakaresh conoscevano sicuramente il suo cimelio. Era proprio per questo che gli piaceva ospitare pellegrini, mercanti e altri viaggiatori: non si stancava mai di raccontarne la storia.
“Quella è una spada del Nordmar”, sussurrò.
“Per Beliar! Un’arma barbarica?” Ora lo straniero guardava l’artefatto con doppio interesse.
Raschid annuì orgoglioso. “Un’arma forgiata con minerale magico! Nemmeno a Ben Sala troverai artigiani abili come quelli delle montagne di Nordmar. Lo vedi?” Indicò lo scudo rotondo sul muro.
“Anche quello scudo proviene dagli uomini di quelle terre. Pensa alla neve che ricopre le vette invernali di Ben Hasha: nel Nordmar, ricopre l’intera terra, tutto l’anno”.
“Ci sei mai stato, padre di viaggi lontani?”
“No, ma il mio bisnonno sì. Il suo nome era Fadlan. Era un uomo colto e viaggiava molto. Combatté al fianco dei Nordmariani, i guerrieri più forti e coraggiosi del mondo”.
“Con chi hanno combattuto?”
“Oh, contro un grande male”. Raschid abbassò la voce. “C’era un clan tra i Nordmariani che adorava i vili djinn. Predoni, peggiori di qualsiasi nomade. Costruivano navi e facevano scorrerie molto, molto a sud dalla loro costa. Anche qui a Bakaresh, arrivarono e la saccheggiarono.”
“Per Beliar! La città santa!”
“Questo è stato prima che il Califfo iniziasse a predicare la fede. Al tempo del vecchio, debole Sultano. Arrivarono come un vento del deserto, calando sulla città, uccidendo molti uomini, rubando oro e donne, e scomparendo di nuovo con la stessa rapidità con cui erano arrivati. Questi uomini erano dei predoni così vili che si attirarono l’ira del loro stesso popolo. Ma alla fine, furono sconfitti, dal mio bisnonno e dai suoi compagni”.
“Una lama di minerale…”, mormorò l’ospite. “Questa spada deve valere una fortuna!”
Raschid rise. “Oh sì, scommetto che non ce n’è un altra uguale in tutta Varant. Aschnu, il mercante più ricco della città, ha offerto una fortuna per la mia spada. Anche il tempio ha mostrato interesse. La mia modesta attività è diventata prospera da quando la città ha iniziato a vedere più pellegrini e il commercio è rifiorito. Mi aspetto che tra qualche anno il porto venga finalmente ricostruito. Sicuramente, le navi dalle Isole del Sud torneranno. Non mi separerò dal mio cimelio tanto presto!”

Raschid si sentì un po’ stanco la mattina dopo mentre si dirigeva verso la vecchia porta della città. La conversazione con il suo ospite aveva ritardato il suo lavoro di inventario, quindi era andato a letto più tardi del previsto. Tuttavia, si era alzato all’alba e si era vestito.
A Varant era saggio fare commissioni al mattino o alla sera. L’occhio onniveggente di Innos non si era ancora alzato in alto e una brezza fresca soffiava ancora dal mare su Bakaresh, accompagnata dal suono gentile e monotono delle onde. Ma non era solo il caldo incombente di mezzogiorno a spingerlo, era anche il pensiero dei suoi clienti. Aveva bisogno di aprire il negozio al più presto. Gli sarebbe piaciuto aprirlo subito, ma non poteva essere in due posti contemporaneamente. L’assenza di Machmud si faceva sentire ogni giorno. Si consolava con la speranza che suo figlio, ora unito agli Assassini e di stanza a Ishtar, gli avrebbe presto mandato dei soldi. Forse allora Raschid avrebbe potuto permettersi uno schiavo che lo aiutasse a gestire il negozio.
Qualcosa sembrava diverso quella mattina. Le strade sembravano più affollate. È vero, a Bakaresh, la città del grande tempio, c’era sempre un’attività frenetica al mattino: mercanti di Mora Sul, pellegrini da ogni parte del paese, gente del posto e adepti del tempio si accalcavano tutti al mercato di buon mattino. Ma oggi, il chiacchiericcio era più frenetico, i volti segnati dalla confusione o dalla preoccupazione. A ogni angolo che girava, a ogni nuovo gruppo di persone agitate che incontrava, Raschid sentiva la sua tensione aumentare. Inconsciamente, accelerò il passo.
Mentre passava davanti alla Torre del Trono e si avvicinava all’uscita della città, si fermò di colpo: davanti a lui, una folla caotica di persone si spingeva e urlava l’una sull’altra. La guardia cittadina e persino la guardia del tempio stavano trattenendo la folla con le loro lance, cercando di ristabilire l’ordine.

Presto Raschid si ritrovò intrappolato in mezzo alla folla. Frammenti di parole gli giunsero alle orecchie senza avere molto senso. La gente lo urtò. Una vecchia donna stringeva tra le braccia un pollo che svolazzava e gracchiava, perdendo piume nella sua lotta per scappare.
“Cosa ci fai qui in città?” esclamò sorpreso.
“Raschid, per Beliar!” Burak lo afferrò per le braccia e lo scosse.
“I nomadi! I nomadi!”
“Non capisco…”
“Hanno attaccato l’oasi!”
“I predoni hanno osato avvicinarsi all’oasi?” “Non solo alcuni predoni! I Beni Sinikar! L’intero clan! Sono arrivati dal deserto prima dell’alba. E c’erano guerrieri del nord con loro. E un mago! Avevano un mago con loro! Un mago dell’acqua! Hanno preso l’oasi. Guerra, guerra: i nomadi sono in guerra con noi!”

Ci volle un momento a Raschid per comprendere appieno cosa Burak stesse dicendo, per comprendere il significato delle sue parole. L’oasi fertile, la linfa vitale di Bakaresh, da cui dipendevano la città e persino i suoi affari. I nomadi avevano colpito con un colpo solo, prendendo di mira la città dove era più vulnerabile. E all’improvviso, Raschid non fu più così sicuro di non doversi rimangiare le parole pronunciate la sera prima.

Autore: Jünger des Xardas


Traduzione italiana a cura di Luis “CardinaleRosso” Pendin.


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Calendario CSP: 19 dicembre 2024

Gothic 3 è tutt’altro che attento quando si tratta di utilizzare le risorse hardware. Per assicurarci che il CSP funzioni senza problemi sul maggior numero possibile di dispositivi senza sovraccaricare la memoria, adottiamo una serie di misure, molte delle quali vi abbiamo già mostrato. Oggi, abbiamo un altro esempio che è particolarmente interessante per gli appassionati di tecnologia tra voi.

Per cambiare i colori della pelle per l’armatura in modo rapido ed efficiente, senza sprecare tonnellate di memoria in texture, siamo passati all’utilizzo di MaterialSwitch.

Per far funzionare questa cosa, pelle e vestiti devono essere separati l’uno dall’altro. Per ottenere questo risultato sono state necessarie numerose modifiche alle texture e abbiamo anche rimosso le texture della pelle che non sono utilizzate nel CSP.

E come potete vedere in queste fantastiche foto di gruppo, i risultati parlano da soli: minor utilizzo di memoria, nessun calo di qualità.

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